omnicanale

Varianti: omni-canale; Omnicanale; Omni-canale

Ambito d'uso: aziende, economia, marketing, merceologia

Ambito d'origine: aziende, marketing

Categoria grammaticale:

agg., plur. inv. (ma anche -i); sost. m. sing. (plur. non attestato) 

Definizione

agg. ‘che usa modalità (di vendita, comunicazione, interazione) basata sull’integrazione dei canali digitali con l’esperienza fisica diretta’; sost. ‘l’insieme delle strategie di vendita e/o di comunicazione che integrano canali fisici e digitali’

Etimologia

agg.: calco traduzione dall’aggettivo inglese omnichannel, formato dal confisso omni- (dal lat. omnis, omne ‘tutto, ogni’) e channel (dal latino canalem, attraverso l’anglo-normanno e il francese medio); sost.: conversione dall’aggettivo omnicanale. Meno probabile che omnicanale sia una retroformazione dal sost. omnicanalità, attestato due anni prima

Prima attestazione

2013
"La strategia commerciale degli e-commerce e delle aziende omni-canale come si comporta? [...] La cosa bella del digital è che hai pochissimi limiti, molti meno di quelli che in realtà la nostra struttura mentale sia abituata a percepire: possiamo mettere in vendita tutto quello che vogliamo, anzi che i nostri clienti vogliono, perchè [sic] non abbiamo limiti di scaffali, possiamo organizzare processi commerciali estesi, che potrebbe significare, anche, in ottica Omnichannel, non ammassare stock nemmeno in magazzino. [...] In ogni caso un supporto alla strategia commerciale può essere lo showrooming abilitato da logiche omnicanale ma questo sarebbe un contesto in cui sarebbe necessario per un progettino di strategia che secondo me non si esaurisce in pochi scambi." [commento di Antonio al post] (post sul blog di Federico Gasparotto, E-commerce e negozi: le strategie commerciali rispetto alle stagionalità, gasparott.biz, 9/2013)

Periodo di affermazione:

2020-2021

Presenza sui dizionari

Nessuna

Diffusione al: 4 aprile 2023

Google: “omnicanale” 125.000 r.; “omni-canale” 4.320 r.; “omnicanali” 3.290 r.; “omni-canali” 169 r.
"Corriere della Sera" (archivio): “omnicanale/i” 42 r. (p.a. 2015); “omni-canale/i” 1 r. (2020)
"la Repubblica" (archivio): “omnicanale/i” 160 (p.a. 2013); “omni-canale/i” 10 r. (p.a. 2013)
"La Stampa" (sito): 20 r. (p.a. 2018); “omni-canale/i” 3 r. (p.a. 2013)

Derivati

Note

Il termine omnicanale è un calco traduzione dall’inglese omnichannel, composto neoclassico che nasce nell’ambito specialistico del marketing per indicare una strategia di vendita (al dettaglio) basata sull’integrazione del canale digitale con l’esperienza fisica. Si oppone a multichannel (da cui multicanale), aggettivo che si riferisce, secondo la definizione più aggiornata che fornisce il Cambridge Dictionary, a una strategia di vendita basata su canali comunicativi che agiscono in parallelo. L’aggettivo (a volte sostantivato) omnichannel fa riferimento a un’esperienza fisica e digitale al tempo stesso. In inglese il termine, non registrato in nessun dizionario eccezion fatta per il già citato Cambridge Dictionary, comincia a comparire nel 2011 in testi di ambito specialistico che trattano di marketing e di commercio al dettaglio. Allo stesso anno appartengono le prime occorrenze del termine non adattato in testi in lingua italiana, sempre afferenti allo stesso ambito settoriale. Con l’affermazione del sostantivo omnicanalità, si è preferito progressivamente usare il traducente italiano omnicanale, che comincia ad avere le sue prime attestazioni nei testi in lingua italiana nel 2013. Dopo i primi anni in cui il prestito integrale inglese sembra avere più successo, a partire dal 2020 circa si registra un’inversione di tendenza, per cui si preferisce il calco traduzione omnicanale al termine non adattato. In italiano la parola ha quasi sempre funzione aggettivale, ma ci sono alcuni casi in cui può essere usata come sostantivo; questi esempi sono pochi poiché si preferisce usare il sostantivo derivato omnicanalità. Oggi il termine sta progressivamente uscendo dall’ambito specialistico della vendita al dettaglio (tecnicamente designato con il termine inglese retail) interessando anche altri ambiti commerciali; inoltre viene sempre meno usato soltanto dagli addetti del settore e nel cosiddetto “aziendalese”, trovando impiego in testi giornalistici meno specialistici e senza una spiegazione che lo accompagni.

A livello morfologico si rileva la tendenza a mantenere il plurale dell’aggettivo invariato, come avviene in altre formazioni italiane derivanti da una base sostantivale con anteposizione di un elemento di origine classica (come mono- e pluri- in monouso, pluriclasse); ma può aver fatto da modello anche la fissità morfologica propria degli aggettivi in inglese.

Esempi d'uso

Miriam Di Carlo

Approfondimenti e link

23 giugno 2023