È opinabile l’uso dell’aggettivo opinionabile?

In molti ci hanno scritto chiedendo delucidazioni sull’esistenza dell’aggettivo opinionabile. Le domande riguardano prevalentemente la sua correttezza e il rapporto con la parola opinabile. Un altro utente ci interpella a proposito di un’ulteriore forma legata alla famiglia morfologica di opinione: il participio opinionato

Risposta

Rispondiamo subito a chi ci ha posto la prima domanda: la forma opinionabile non è registrata da nessun dizionario sincronico o storico della nostra lingua.

Esiste l’aggettivo opinabile, di cui il termine proposto sarebbe un sinonimo non necessario. A oggi, per lo meno. Le domande dei nostri lettori, infatti, insieme ad alcune occorrenze reperibili in rete e a “incidenti” linguistici di personaggi televisivi, mostrano come esso venga comunque, seppur raramente, prodotto da parlanti italiani.

Per cercare di comprendere le motivazioni che possono spingere all’uso di questa nuova forma bisogna partire da opinabile.

Citando la definizione fornita dal GRADIT, opinabile è un aggettivo che si riferisce a qualcosa ‘su cui si possono avere opinioni diverse, discutibile’. Può essere usato anche come sostantivo maschile per riferirsi a ‘ciò che si può opinare’.

Deriva dal latino opinabile(m), a sua volta formato dal verbo opinari (‘ritenere, supporre, pensare, argomentare’), da cui discende anche il verbo italiano opinare e il più comune sostantivo opinione. L’aggettivo è attestato in italiano dal XIV secolo col significato di ‘che si può pensare o supporre’ e solo dal 1891 col senso di ‘discutibile’, senso oggi più diffuso (tanto da essere riportato come unico dal dizionario Sabatini-Coletti 2008).

Per lo ZINGARELLI 2018, opinabile è voce dotta. Effettivamente, il suo sinonimo discutibile sembra essere di gran lunga preferito nell’uso comune. Nel lessico di frequenza dell’italiano scritto (CoLFIS) il lemma opinabile occorre solo 4 volte (frequenza relativa totale 0.27), mentre il lemma discutibile 25 volte (frequenza relativa totale 3.58).

E veniamo a opinionabile. In primo luogo, si può ipotizzare che il termine venga usato con un senso differente e in contesti diversi da opinabile, presentandosi dunque non come un sinonimo, ma come una nuova parola. Spesso, infatti, la formazione di un neologismo è dovuta alla necessità di indicare un significato non espresso da altri termini. Da un’analisi dei casi in cui l’aggettivo occorre, tuttavia, emerge che esso è usato col medesimo significato di opinabile, e che quindi l’ipotesi della sua necessità non è sostenibile. Nel corpus di italiano Paisà), una raccolta di testi collezionati da internet e contenente 250 milioni di parole, si ha una sola frase con opinionabile (tratta da un blog di cinema), il cui uso ricalca perfettamente significato e contesti tipici dell’aggettivo opinabile.

Non serve neanche impuntarsi su pulp fiction, esistiono [sic] molti capolavori che hanno morali non condivisibili ( anche se " pulp fiction non ha morale " è un' affermazione opinionabile ), con l' esempio cercavo solo di chiarirme [sic].

 Si confronti tale esempio con due occorrenze di opinabile (di cui nel medesimo corpus si hanno 222 casi):

Chi più spende meno spende , si sa, è un' affermazione opinabile.

Comunque il primo paragrafo di questo tuo messaggio è una interpretazione puramente personale e opinabile, tua.

Ulteriori esempi di opinionabile sono facilmente reperibili in rete (per un totale di circa 7000 occorrenze) e mostrano come il termine sia effettivamente utilizzato in contesti poco controllati, quali forum o blog personali.

È possibile che la sua formazione sia dovuta alla perdita di trasparenza del termine opinabile, che sembra non essere facilmente ricondotto al verbo opinare e il cui uso si è ristretto a registri formali. Al contrario, l’alta frequenza d’uso rende il termine opinione una base ben più accessibile per la formazione di un aggettivo in -bile.

Bisogna notare, tuttavia, che la nuova forma presenta la derivazione anomala di un aggettivo in -bile da un nome, invece che da un verbo, come solitamente accade. Gli aggettivi denominali in -bile sono, infatti, molto rari (esempi sono tascabile e futuribile, che rappresenta tuttavia un caso ben più problematico, cfr. GROSSMANN-RAINER, p. 427). Probabilmente, proprio per quest’ultima caratteristica, la nuova parola provoca sconcerto e il suo uso risulta ancora ristretto.

Si può anche supporre che nella formazione di opinionabile ci sia un ulteriore passaggio intermedio: potrebbe infatti essersi formato sulla base verbale opinionare, a sua volta derivata da opinione. Questo verbo non è registrato dai dizionari sincronici della nostra lingua, ma presenta circa 2000 occorrenze in rete. Inoltre, ha una storia più antica di quanto si possa immaginare e non sembra essere semplicemente un “errore” dei nostri giorni. Il GDLI, dizionario storico della lingua italiana, attesta questo verbo denominale come forma antica. Esso è effettivamente presente in alcuni testi tra il XIV e il XIX secolo, ma non è stato registrato dal Vocabolario dell’Accademia della Crusca (dalla I alla V edizione) né dal Tommaseo-Bellini.

La prima attestazione risale al XIV secolo, in un Commento alla Divina Commedia di un Anonimo Fiorentino. L’ultima, reperibile su Google libri, nell’operetta Il Giobertista di buona fede di Antonio Cipollina, del 1849.

Tornando al presente, esistono occorrenze di opinionare anchein libri stampati: in due casi, il verbo è usato tra virgolette, proprio ad evidenziarne l’irregolarità. In un altro, invece, esso occorre senza virgolette:

Certo è tuttavia che nel momento in cui grazie a Facebook tutti, ma proprio tutti, possono opinionare sul mondo e sulla vita, sui fatti del giorno o i misfatti dell’anno è evidente che l’esercizio giornalistico fatica molto ad accreditarsi come lavoro (G. Triani (a cura di), Giornalismo aumentato, Milano, Franco Angeli, 2017, p.16)

Questa e le altre occorrenze contemporanee reperibili in rete mostrano un uso esclusivamente intransitivo di opinionare, legato a un particolare senso di opinare, ovvero ‘avere, esprimere opinioni’, attestato tra gli altri numerosi significati dal GDLI.

Si potrebbe ipotizzare una divisione semantica tra opinare e opinionare, con l’ultimo che si specializza nel significato suddetto. Tuttavia, l’analisi delle occorrenze di opinare in corpora di italiano contemporaneo ne conferma la vitalità in questa accezione.

La battaglia delle associazioni che si battono per una regolamentazione dell'eutanasia in senso non restrittivo si rivolge, oltre che - ovviamente - sulla richiesta della sua legalizzazione, anche sulla liceità e sul valore legale della sottoscrizione , da parte di chiunque, di cosiddette " dichiarazioni " ( o "direttive" ) " anticipate " qualora questi , in futuro, si venisse a trovare nell'impossibilità di opinare sulle cure ricevute (Paisà corpus, "http://it.wikipedia.org/wiki/Eutanasia", 2010)

Inoltre, le perifrasi “avere opinioni”, “esprimere opinioni” sono di gran lunga più frequenti nello stesso corpus e mostrano come, in proporzione, l’uso di opinionare sia ancora ristretto: “Ha più volte avuto l'occasione di esprimere le sue opinioni sul rapporto fra fede e scienza.” (Paisà corpus, "http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Cabibbo", 2010).

Non si può sapere se opinionare prenderà effettivamente il posto degli usi intransitivi di opinare e delle perifrasi avere, esprimere opinioni, così come opinionabile il posto di opinabile. Al momento, possiamo affermare che il loro uso è ancora ristretto e che le lievi sfumature di significato rispetto a opinare e opinabile non ne giustificano l’affermazione.

Un altro utente ci chiede se sia accettabile il termine opinionato e quale significato abbia. Tale forma può essere analizzata come participio passato (utilizzabile anche in funzione aggettivale) di opinionare, verbo denominale documentato occasionalmente, come si è visto sopra, nell’italiano antico di incerto uso, ma di cui si trovano oggi alcune occorrenze in rete. Tuttavia, sembra più probabile che i parlanti che utilizzano questo termine lo derivino direttamente dal nome opinione (analogamente al caso precedente di opinionabile), o ancora, come si illustrerà a breve, dall’inglese opinionated.

Gli usi della voce opinionato sono molto rari anche nel web e spesso di non facile interpretazione. Si può, comunque, affermare che questi coincidono solo parzialmente con quelli di opinato, participio di opinare.

In primo luogo, opinionato è utilizzato in funzione di participio, con il senso di ‘aver espresso un’opinione’, ovvero col significato proprio di opinato.

Per ora il petrolio non ha reagito alla forza del dollaro, è probabile che stia aspettando l'OPEC come opinionato qualche giorno fa (https://oronero.wordpress.com/2015/05/27/dollar-index-e-petrolio/, consultato il 12/10/2017).

Un secondo senso emerge dall’uso di opinionato come aggettivo, il cui significato può essere descritto come ‘dotato di opinioni’, anche con l’accezione negativa di ‘che esprime continuamente opinioni’. Soprattutto quest’ultimo senso risente dell’inglese opinionated ‘supponente, saccente, dogmatico’, e non è proprio di opinato. Di questo tipo sono alcuni esempi che il nostro lettore ci ha segnalato: “Più sei opinionato più la gente ti apprezza”; “io sono opinionato nel non essere opinionato”.Tali contesti risultano comunque ambigui e non permettono una chiara interpretazione.

Opinato, invece, non presenta occorrenze in contesti simili e, quando usato come aggettivo, significa ‘previsto, atteso, intuito’, come nell’esempio seguente tratto dall’archivio del quotidiano “La Stampa”:

Le parole del segretario Ds non arrivano a caso, perché ha spiegato Fassino ieri dall'Europarlamento «se ci troviamo di fronte a un opinato sforamento di bilancio è perché per troppi anni sono state presentate leggi finanziarie fondate su dati di previsioni di crescita e di entrate fiscali non veritiere». ("La Stampa", 29/06/2005, Maggiore Maria, “Fassino rilancia il piano Delors e gli eurobond Tremonti: bene, lo sostengo da tempo. Il leader ds: la manovra deve essere realistica”)

Più frequente di opinato è il contrario inopinato, ‘inatteso, impensato, imprevisto’, formato con l’aggiunta del prefisso negativo in-. È interessante notare come questo prefisso non sia stato mai accostato alla nuova formazione opinionato: in tutta la vastità del web non se ne trova una sola occorrenza.

Infine, alcuni contesti mostrano opinionato come proprio del linguaggio del web e, più nello specifico, di forum; altri di linguaggi specialistici, quali il lessico computazionale del settore del sentiment analysis (anche chiamato opinion mining).

Nel primo caso, in cui ha certamente valore di participio passato, pare essere un sinonimo di recensito:

Sono del dr scholl di cui ho avuto modo di provare già altri prodotti e ne ho anche opinionato un paio se non ricordo male (http://www.dooyoo.it/salute/dr-scholl-biomechanics-plantari/, consultato il 12/10/2017)

Nel secondo, si fa riferimento a una tecnica informatica che consente l’estrazione di informazioni sulla soggettività di un documento o di a una frase. In questo campo informatici e linguisti lavorano assieme per individuare in maniera automatica opinioni su un determinato prodotto, attraverso l’analisi di testi che lo riguardano. In questo contesto, una parola o un testo è opinionato se veicola un giudizio soggettivo, sia esso positivo o negativo:

L’algoritmo in sostanza si preoccupa di identificare la parola opinionata, da questa identificarne il contesto (frame) e a partire dal frame assegnare significati alle parole o multi-word presenti nella frase (http://docplayer.it/1541064-Sommario-opinion-mining-introduzione-introduzione-cont-d-introduzione-task-determinare-l-orientamento-dei-termini.html, Stefano Baccianella, consultato il 12/10/2017)

Anche in questo caso, il nuovo significato ricalca l’inglese, dove si è avuta allo stesso modo un’estensione del significato di opinionated in questo contesto specialistico.

 

A cura di Rossella Varvara
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

 

12 dicembre 2017


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