Da dove arriva il Principe Azzurro?

A chi ci chiede per quale motivo il Prince Charmant delle favole francesi sia divenuto il Principe Azzurro nella versione italiana, proponiamo due interventi.
Il primo, del quale citiamo i passaggi più rilevanti, è di Bernard Delmay (in Usi e difese della lingua, "Biblioteca dell'«Archivum Romanicum»", vol. 48, Firenze, Olschki, 1990, p.99 sgg.) in cui si propone un'ipotesi legata alla storia della casata di Savoia.
L'ipotesi di Delmay è stata confutata, sulla base del parallelismo con lo spagnolo e della più che probabile dipendenza dal francese, dove prince Azur è documentato anteriormente all’italiano, da Paolo D’Achille nel suo studio dal titolo Prosoponimi fiabeschi: Cenerentola, Biancaneve, la Bella Addormentata e il Principe Azzurro (in Lo spettacolo delle parole Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli, a cura di E. Caffarelli e M. Fanfani, Società Editrice Romana, Supplemento al nº XVII, 1 - primo semestre 2011, della «Rivista Italiana di Onomastica», pp. 501-523), di cui riportiamo, eliminandone quasi del tutto le note, alcuni passi del paragrafo riguardante il Principe Azzurro.

Risposta

Da dove arriva il Principe Azzurro?

Bernard Delmay
«Principe azzurro meraviglioso giovanotto da prendersi per marito secondo quanto ne sanno giudicare le ragazze, appunto da marito. - In apparenza quest'espressione dovrebbe aver che fare con il mondo delle fiabe, in riferimento alle varie Cenerentole, Biancaneve, Belle Addormentate nel Bosco, Pelle d'Asino e compagnia gentile. Se così fosse, essa non sarebbe peculiare della nostra lingua, ma dovrebbe trovarsi anche in altre, se non addirittura provenirne.

E invece, nulla di tutto ciò. Il principe esiste bensì in quelle favole forestiere, si sa, ma i Francesi lo chiamano Prince Charmant, gli Inglesi Prince Charming: è incantevole, come gli compete, ma non colorato.
Perché, allora, noi Italiani usiamo correntemente quest'espressione, e da quando? La questione è stata posta già qualche tempo fa, e precisamente nell'aprile del 1982, da Paolo Zolli31 [...]. Lo Zolli era rimasto sorpreso dal fatto che non esistono attestazioni letterarie di questo sintagma prima del 1907, anno in cui Guido Gozzano pubblicò la sua prima raccolta poetica intitolata La Via del Rifugio, nella quale è inserita l'evocazione dell'Amica di Nonna Speranza, poesia fattasi poi famosa (è quella delle "buone cose di pessimo gusto") e che contiene a sua volta il verso [...]:

O musica! Lieve sussurro! E già nell'animo ascoso / d'ognuna sorride lo sposo promesso: il Principe Azzurro, / lo sposo dei sogni sognati ...

Poco prima, nel 1904, c'era stato un film italiano con quel titolo; e poco dopo, nel 1910, il commediografo Sabatino Lopez farà rappresentare un lavoro intitolato anch'esso Principe Azzurro. [...]

Furono avanzate allora alcune ipotesi: una che riguardava un Fat Frumos, personaggio di fiaba, del poeta romeno Eminescu, ma [...] si accertò che non voleva dire "principe azzurro", ma "ragazzo bello"; un'altra riferita al principe d'una leggenda indiana, che si vede dipinto con la pelle di un bell'indaco, ma in cui non si spiega come costui sia entrato in italiano e non in inglese né in francese né in olandese né in tedesco, lingue che più della nostra, se non come la nostra, avevano contatti fruitivi con le culture e le civiltà dell'India.
[...] Occorreva dunque accettare l'idea di un'origine prettamente italiana, e fuor di classicità, per questo nobile giovane color del mare.
[...]
L'azzurro, come si sa, era il colore tradizionale della casa di Savoia, tanto che ce n'è rimasta traccia ancor oggi nel nastrino delle ricompense al valor militare, nella sciarpa degli ufficiali in alta tenuta (o di picchetto) e nella maglia degli atleti in rappresentanza nazionale. Ed azzurra era l'uniforme di bassa tenuta, con i gradi di generale di brigata, nella quale il principe di Napoli [Vittorio Emanuele] si presentò a Cettigne, per la prima visita ai futuri parenti e alla futura sposa [Elena del Montenegro che sposò nel 1896], così come azzurri egli aveva gli occhi.
Nessun dubbio, con tali dati, circa la rispondenza del colore al personaggio, - così come due suoi antenati, Amedeo VI e Amedeo VII, erano stati detti il Conte Verde e il Conte Rosso: il primo dal paramento adottato per un celebre torneo, il secondo da un vistoso abito indossato per festeggiare la nascita dell’erede.
[…] Durante il rito del matrimonio, […] la curiosità più viva, tra gli invitati, era per la sposa […]: così a qualcuno ella sembrò “una bella sonnambula”, al che qualcun altro ribatté: “Il principe la sveglierà!”, con evidente richiamo alla fiaba della Bella Addormentata o a quella di Biancaneve. […]
[Secondo] le ricerche svolte sia da Paolo Zolli sia da me, la prima menzione del principe di Napoli come “Principe Azzurro” sembra essere stata fatta da Giovanni Artieri (Il tempo della Regina, Roma, ed. Sestante 1950, p. 52):

La principessa “povera”, questa cenerentola montenegrina alla quale il destino serbava un Principe Azzurro, azzurro Savoja, commoveva.

Lo stesso Artieri, più avanti (p. 159), a proposito del matrimonio del principe di Piemonte del 1930, riferisce che “I giornali stranieri chiamarono Umberto «Prince Charmant»”, come per sottolineare il fatto che essi ignoravano di certo l’esistenza del nostro sintagma di color Savoia.»


n. 31: P. Zolli, Che il Principe Azzurro sia stato Vittorio Emanuele?, "Messaggero veneto", 22 settembre 1982.

 

Paolo D'Achille 

[...] Nelle fiabe di Perrault e di Grimm (e così nelle loro traduzioni in italiano) il personaggio che sposa Cenerentola e che, con il suo bacio, ridesta sia Biancaneve sia la Bella Addormentata dal letargo da cui sono cadute è sempre definito semplicemente principe, ma l’attributo azzurro si è insinuato da tempo nella tradizione italiana dei tre testi.
La locuzione principe azzurro, che sul piano semantico non presenta particolari problemi (si potrebbe solo rilevare che è spesso complemento oggetto di verbi come sognare, aspettare o trovare, sposare) e che è tuttora molto diffusa, trova probabilmente la sua prima registrazione [lessicografica] nel vol. I (e unico) del Vocabolario della lingua italiana della Reale Accademia d’Italia (Milano, Soc. Anonima per il Vocabolario della lingua italiana 1941, p. 340) […].
[...]
L’ipotesi [del DELI, ndr] di un rapporto con il matrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia è ribadita da Bernard Delmay, anche sulla base dell’assenza di attestazioni anteriori a quella data; lo studioso allega anche un riferimento preciso a questo avvenimento [la citazione da Artieri, ndr], in un testo che però è cronologicamente posteriore.
[...]
Altre attestazioni citate da Dino Provenzal, che si era occupato dell’espressione in precedenza, giudicandola «relativamente recente», sono anch’esse posteriori al film del 1904: si tratta di due versi di una poesia da Nove novene di Delfino Cinelli («Tu dove sei, verso che sorte vai, / Principe azzurro che non giungi mai?»)49 e del titolo italiano del poema Il Principe azzurro della lacrima del grande poeta Mihai Eminescu. Più antica la commedia, citata anche da Delmay, Il principe azzurro di Sabatino Lopez (Milano, Sonzogno 1910), che narra la storia di «cinque signorine che aspettano l’arrivo di un giovane ricco e di bell’aspetto» («Nuova Antologia», 1919, p. 525). 
[...]
In Google Ricerca Libri ho trovato però altri due esempi più antichi: l’uno, risalendo al 1901, costituisce – al momento – la prima attestazione dell’espressione; l’altro è ancora anteriore (1898), ma presenta l’ordinamento inverso dei componenti (azzurro principe), che ha qualche attestazione anche più di recente:

perfino quella vecchiaia ottantenne non pareva più vera: chi sa, forse, c’era il bel principe azzurro imprigionato dalla vendetta di una maga spietata (EDOARDO BOUTET, Sua eccellenza San Carlino. Macchiette e scenette, Roma, Società Editrice Nazionale 1901, p. 3);

ne esce una tale insalata di uomini e di idee, dal maestro elementare semianarchico all’azzurro principe incravattato, dal socialista convinto all’aristocratico feudalista, dal repubblicano storico al cortigiano nato (PROVIDO SILIPRANDI, Capitoli teorico-pratici di politica sperimentale, Mantova, Stab. Tip. della “Gazzetta” 1898, vol. III, p. 272).

Siamo sempre dopo la data del matrimonio principesco di casa Savoia, ma i due contesti sembrano indebolire l’ipotesi avanzata nel DELI, di cui poi può essere messa in dubbio anche l’osservazione sull’assenza dell’espressione in «altre lingue di cultura». Effettivamente, in tedesco si parla di Märchenprinz ‘principe delle fiabe’ (cfr. Duden) e, come rileva Delmay, il francese ha Prince Charmant, su cui è calcato l’inglese Prince Charming.
[...]
La stessa espressione dell’italiano si rileva [però] nello spagnolo Príncipe Azul, registrata nel DRAE e che ha due attestazioni in un testo edito in Messico nel 1897; nella seconda occorrenza il personaggio compare accanto a Biancaneve, Cenerentola e la Bella addormentata:

El ruiseñor, trovador de la foresta, prepara sus mejores armonias para celebrar la fiesta de la Primavera, es el «Príncipe Azul», siempre joven, que cantando, hace de amor sin amar nunca (LÁZARO PAVÍA, Cromos, México, Dublán 1897, pp. 13-14);

Cenicienta, la transformada en virtud de una varita mágica, en Real princesa y en regia Sultana de las Perlas, la Blanca de nieve que habitaba la selva misteriosa, la Durmiente del bosque, ya no pasa en el palanquín de oro llevado por esclavos para ir al Palacio de Cristal, donde la espera su amante el Príncipe Azul (ivi, pp. 81-82).

Data la prossimità delle date, si potrebbe pensare a una poligenesi, a un influsso dello spagnolo sull’italiano o viceversa; ma forse la soluzione è un’altra e bisogna rifarsi ancora una volta al francese. Le espressioni prince Azur e prince Bleu, infatti, non registrate nel TLFi, risultano oggi ben documentate in rete. Google Ricerca Libri consente di reperirne alcune attestazioni ottocentesche francesi anteriori a quelle delle corrispondenti locuzioni italiana e spagnola.
Riporto le due più antiche di prince Azur […] e due di prince Bleu particolarmente significative per i contesti:

On obtient tant avec la promesse d’un joli article ainsi conçu: «Mademoiselle R... est ravissante dans le rôle du prince Azur; cette jeune artiste qui possède une voix bien timbrée a fait applaudir à plusieurs reprises sa romance du quatrième act...» (AMÉDÉE DE JALLAIS, Sur la scène et dans la salle. Miroir des théâtres de Paris, Paris, Dagneau 1854, p. 46);

Dit des contes de fée où l’on voit qu’au printemps / Il arrive parfois aux filles de vingt ans / De trouver au milieu de leur chambre un jeune homme / Portant un astre au front, qui leur dit: Je me nomme / Le prince Azur, je t'offre un palais où tout rit, / Chante et danse, je t’aime, et je suis un esprit (VICTOR HUGO, Les quatre vents de l’esprit, Paris, Hetzel 1881, p. 252);

le mari qui adorerait Estelle ou Fanny et qui mettrait à leur pieds sa fortune et son nom, c’était pour les trois femmes le prince bleu des contes de fées («Revue de France », 6 [1879], p. 63);

elle se consolerait en aimant le prince Bleu des contes d’autrefois, de ces contes que Victorine et son père lui contaient tour à tour, et elle resterait fidèle au roi Charmant (JULIE CLARETIE, Noris. Moeurs du jour, Paris, Dentu 1883, p. 37; da notare la presenza anche di roi Charmant).
[…]
[La documentazione presentata sembra dunque provare] l’infondatezza dell’ipotesi di un rapporto [dell’espressione Principe azzurro] con il matrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia […]. 

 

n. 49: Do per esteso i dati completi dei due testi citati: DINO PROVENZAL, Curiosità e capricci della lingua italiana, 3ª ed., Milano, Ceschina 1966, pp. 201-5; DELFINO CINELLI, Nove novene, Milano, L’Eroica 1926.
 

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9 settembre 2013


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