Gruppo Incipit, Comunicato n. 5: La "stepchild adoption" e il linguaggio italiano della parentela

È ormai noto che Incipit si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi ‘incipienti’, scelti tra quelli impiegati nel campo della vita civile e sociale, nella fase in cui si affacciano alla lingua italiana.

Il gruppo Incipit, costituito da Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa, a cui in questa occasione si è aggiunto Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, a pochi giorni dal quarto comunicato, interviene su di una questione di forte attualità: la designazione italiana della “stepchild adoption”, di cui in questi giorni si sta discutendo nel Senato della Repubblica.

Incipitritiene che questo anglismo sia assolutamente improponibile. Gli stessi giornalisti e commentatori che ne hanno fatto largo sfoggio nella fase iniziale ripiegano ormai sulla perifrasi “adozione del figlio del partner”.

Il difetto di questa perifrasi sta solo nella sua lunghezza, e potrebbe suscitare perplessità la presenza di un forestierismo, cioè “partner”, ma questo forestierismo è ormai di uso comune e si offre alla lettura in forma non diversa dalle parole italiane (si legge come si scrive, almeno nella pronuncia adattata che ha corso da noi). Altrettanto non si può dire di “stepchild adoption”, che richiede una certa perizia nell’uso dell’inglese, tanto è vero che anche in Parlamento più di un senatore ha mostrato qualche impaccio di pronuncia. Se incappano in simili incidenti i senatori, che accadrà ai comuni cittadini?

Incipit non è contrario alla perifrasi “adozione del figlio del partner”. L’accettazione di “partner”, anzi, ci aiuta a sgombrare la strada dalle obiezioni di coloro che erroneamente attribuiscono a xenofobia le nostre caute raccomandazioni. Tuttavia in questo caso la nostra ambizione è maggiore: domenica 8 febbraio 2016, il prof. Sabatini, nella trasmissione televisiva di cui è ospite fisso, ha lanciato la proposta di tradurre “stepchild” con un neologismo tutto italiano: configlio.

Configlioè modellato in analogia ad altri gradi di parentela acquisiti da tempo, come compare, consuocera, consuocero ecc. Questa parola dal significato chiaro, analoga a parole di alto uso nell’indicare parentele, già sta incontrando un certo favore (anche perché la traduzione letterale di “stepchild” in “figliastro” non si adatta certo ai tempi nostri e alle nostre leggi). Pare a Incipit che configlio/configlia possano essere vantaggiosamente appoggiati, con l’augurio che abbiano fortuna e si diffondano.

Rispetto a “stepchild adoption”, dunque, la proposta alternativa del gruppo Incipit è “adozione del configlio”, fermo restando che la già circolante e più analitica perifrasi “adozione del figlio del partner” è di per sé una soluzione accettabile e comunque preferibile all’espressione inglese.

 

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